martedì 26 ottobre 2010

"Una passione che senti dentro"

Devo molto al mondo della radio. Hai presente quando si dice una passione che senti dentro? Ecco, è proprio questo. Un richiamo che mi ha portato a 17 anni a sconfiggere la mia timidezza con l'unico obbiettivo di entrare nello studio della mia radio preferita, quella che i miei hanno sempre ascoltato da quando ero piccolo, con la quale sono cresciuto insieme. Non ho mai avuto un grande giudizio su me stesso… ero chiuso, sempre imbronciato con una grande voglia di far esplodere le mie qualità, ma nessuno in grado di recepirle. Finché non ho trovato l'occasione giusta per visitare gli studi. Pensate a quante seghe mentali mi facevo in quel periodo, quando alla fine bastava solamente una telefonata per chiedere il permesso di fare un salto a trovare il dj. Ma sono sempre stato un po' masochista. Per fortuna arriva un concorso semplicissimo che mi da la possibilità di entrare in radio facendomi vincere una cassettina mixata. Si, siamo ancora nell'era mesozoica, parliamo di quasi 20 anni fa, quando avevo appena compiuto 17 anni. Finalmente avevo deciso di uscire dalla corazza, e piano piano come una tartaruga compivo i miei primi passi nel mondo dell'etere. Conservo ancora in una cassettina preistorica le mie prime parole alla radio: teribbileeeee. Mi chiedo se ero veramente io…

Arrivare al microfono non è stato semplice, ci sono voluti anni di redazione, tante richieste da scrivere, tante telefonate a cui rispondere. Allora non c'erano le chat, pensate, ancora non si usavano. Poi è arrivato il momento di imparare la regia. Col senno di poi mi reputo uno dei pochi fortunati che hanno cominciato a fare regia nell'era analogica, quando si usavano ancora i piatti, i cd, le cassette, i minidisk… fino ad arrivare alle regie computerizzate che caratterizzano gli studi radiofonici dei giorni nostri. Peccato che non ho nemmeno una foto di quel periodo, ma “in quel tempo” non amavo molto farmi fotografare. Non sono mai stato molto “foto igienico” e soprattutto non ho mai avuto tanta voglia di apparire. E' un controsenso, lo so, però la radio allora si sentiva, non si vedeva come succede spesso ai giorni nostri ed anche uno timido e non troppo figo come il sottoscritto aveva la possibilità di far sognare, con la voce, le ragazze. La musica mi ha aiutato molto nella vita, e tra alti e bassi, momenti di depressione, momenti di euforia, momenti di grandi incazzature e di creatività, momenti in cui non sai se piangere o bestemmiare per come vanno le cose, la musica per fortuna non mi ha mai abbandonato.

Quando ho scoperto radio goccioline, ero nel mio peggior momento . Hai presente quando si dice che il mondo ti sta per cadere addosso? Rende abbastanza l'idea. Stavo chiuso in casa a fare l'eremita malinconico, riflettendo su quanto il mondo ce l'aveva con me che sento delle voci che conoscevo mentre commentano un evento sportivo. In studio c'era Sandy. Andavo a trovarlo qualche volta con i ragazzi in sala di registrazione ogni tanto, molti anni prima, chissà se si ricordava ancora di me?

Mando una mail per farmi notare un po', complimentandomi per la radio, e mi risponde di andare a trovarlo quando passo da quelle parti. La tentazione era forte. Lasciai passare un bel po' di tempo prima di andarci. Dopo l'ennesima delusione ero fermamente convinto di appendere il microfono al chiodo, mollare tutto e trovare qualcos'altro da fare nella vita. Passai davanti alla sede diverse volte in quel periodo, e al posto di fermarmi acceleravo, per non cadere in tentazione. Poi non so perché, un tardo pomeriggio ho fermato la macchina e ho deciso che era il momento di entrare. E ho subito cominciato a stare bene, perché lo dicono tutti: a radio goccioline si respira aria di casa. Ho ritrovato Sandy dopo tanti anni, ho conosciuto Roberto; con lui è impossibile essere malinconici. Piano piano mi hanno convinto a ritornare davanti al mixer, ed è proprio grazie a loro che mi hanno ridato fiducia e a tutto il meraviglioso team di Radio Goccioline se adesso sono diventato quello che sentite tutti i giorni. Ho avuto la spinta mentale che mi serviva per far nascere nuovi programmi, per intervistare musicisti, cantanti, politici, scrittori, tanto che adesso mi chiamano il “Vincenzo Mollica” di RG. Ho avuto le più belle soddisfazioni di sempre in questo ultimo anno, anche grazie a tutti gli ascoltatori che mi seguono costantemente e che ringrazio.

Ma soprattutto grazie a Radio Goccioline ho ritrovato amicizie importanti che avevo perso per strada tanti anni fa e acquisite di nuove che stanno diventando fondamentali per proseguire per la strada che ho scelto.

Ogni giorno quando entro in radio sento una scarica di energia positiva che mi aiuta a dare sempre il meglio, che mi carica anche quando la giornata inizia storta. Ed è per questa strada che voglio continuare, per fare in modo insieme al team che Radio Goccioline diventi sempre più grande, per far vedere a chi non ha ancora capito la nostra realtà, che non sa quello che si perde…

E allora sempre avanti, senza pene ne rimpianti!

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